Viene iniziato a praticare nel periodo feudale del Giappone dai Samurai un combattimento a mani nude, letteralmente significa "arte della cedevolezza" o anche "arte gentile" (ju/jiu = gentile, flessibile, jitsu/jutsu = arte), in quanto nasce con l'obbiettivo preciso di fare il minimo sforzo per neutralizzare l'avversario. Diffondendosi rapidamente anche tra le classi più umili, divenne un metodo di combattimento utilizzato da briganti e fuorilegge. Da ciò ne derivò una cattiva reputazione anche se immeritata. Numerose scuole di combattimento create da dei Ronin ( Samurai senza padrone) si diffusero rapidamente in tutto il Giappone. Esse però vennero modificate solo durante l'epoca Meiji ( 1868-1912) cioè nel periodo in cui i Samurai persero il diritto di portare il Katana (spada) e in cui le faide tra i clan rivali vennero interdette. Il principio in origine del Ju Jitsu era di poter vincere l'avversario con ogni mezzo, utilizzando la minor energia possibile: ciò richiedeva agli adepti di specializzarsi in diverse discipline e tecniche ma anche mediche. Il praticante di Ju Jitsu (jutsuka) doveva quindi: saper valutare la forza del suo avversario per utilizzarla contro di lui, prima che il suo attacco diventasse efficace; se possibile evitare gli attacchi; nel corso del combattimento squilibrare l'avversario; saper attaccare tutti i punti deboli; saperlo proiettare facendo uso del principio fisico della leva; sapere immobilizzare al suolo l'avversario; saper colpire i suoi punti vitali. Il Ju Jitsu era riconosciuto ed insegnato nei numerosi Ryu o scuole sia in Giappone che all'estero, sopratutto l'esercito e la polizia, nei paesi occidentali, si interessarono a questa disciplina particolare, poichè essa era in grado di offrire considerevoli vantaggi nella pratica del combattimento corpo a corpo.
La leggenda del salice
Esisteva un tempo, molti secoli fa, un medico di nome Shirobei Akiyama. Egli aveva studiato le tecniche di combattimento del suo tempo, comprese altre tecniche che imparò durante i suoi viaggi in Cina compiuti per studiare la medicina tradizionale e i metodi di rianimazione, senza però ottenere il risultato sperato. Contrariato dal suo insuccesso, per cento giorni si ritirò in meditazione nel tempio di Daifazu a pregare il dio Tayunin affinché potesse migliorare. Accadde che un giorno, durante un'abbondante nevicata, osservò che il peso della neve aveva spezzato i rami degli alberi più robusti che erano così rimasti spogli. Lo sguardo gli si posò allora su un albero che era rimasto intatto: era un salice, dai rami flessibili. Ogni volta che la neve minacciava di spezzarli, questi si flettevano lasciandola cadere per poi riprendere la primitiva posizione. Questo fatto impressionò molto il bravo medico, che intuendo l'importanza del principio della non resistenza lo applicò alle tecniche che stava studiando dando così origine ad una delle scuole più antiche di JuJutsu tradizionale, la Scuola Hontai Yoshin Ryu (scuola dello spirito del salice), tuttora esistente e che da 400 anni si tramanda tecniche di combattimento a mani nude e con armi in maniera quasi del tutto invariata. L'attuale Caposcuola è il Soke Kyoichi Inoue Munenori, 19° di una lunga ed antica tradizione di Samurai